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Anoressia nervosa

 L’Anoressia nervosa è derivata da un disturbo che riguarda l’alimentazione e nelle persone che ne soffrono causa paura di ingrassare e di conseguenza smettere di mangiare e vedersi sempre grassi nonostante man mano si diminuisca con il peso.

 

Cosa si intende per Anoressia Nervosa – Definizione

L’anoressia nervosa è caratterizzata da:

  • diminuzione del fabbisogno energetico giornaliero indipendentemente a quanta energia si ha bisogno giornalmente.
  • Aver timore di ingrassare anche se è evidente che la persona diminuisca nel peso a vista d’occhio
  • Avere una concezione sbagliata del proprio peso e nel percepirlo e quindi la perdita conseguente di valutare esattamente la gravità del perdere peso.

 

L’anoressia si distingue anche un due sottotipi ossia:

  • non assumere cibo negli ultimi tre mesi
  • assumere cibo abbuffandosi negli ultimi tre mesi

 

la persona anoressica arriva ad un peso al disotto del 85% di quello effettivo in base all’età e all’altezza e per quanto riguarda la massa corporea risulterà inferiore a 17.5.

In base a queste proporzioni l’anoressia può passare da Lieve a Moderata passando per Severa fino ad arrivare ad Estrema.

Anoressia sintomi

I sintomi possono essere:

perdita del peso in poco tempo causato da un’alimentazione limitata, da molto esercizio fisico, utilizzo smisurato di lassativi e induzione del vomito; la percezione sbagliata del proprio peso e il vedersi grassi e brutti nonostante si pesi poco.

Le persone che soffrono di questo disturbo fanno si che non ascoltino gli avvisi che dà il loro copro e anzi lo vedono come fosse un nemico contro cui combattere. Preferiscono cibi a basso contenuto calorico e addirittura fingere di mangiare masticando a lungo e sputando in seguito senza essere visti.

Tutto questo porta le persone anoressiche a chiudersi in se stesse venendo esposte ad incorrere nella depressione.

Epidemiologia dell’anoressia nervosa

Di solito i sintomi compaiono nell’età dell’adolescenza ma possono comparire anche nell’infanzia o in tarda età

Ragazze e donne hanno maggiori probabilità nell’incorrere nella malattia ma anche uomini e ragazzi possono presentare problemi di questo tipo.

La malattia arriva a colpire l’1% delle donne ed è uno dei disturbi che causano più morti tra tutti i disturbi che riguardano la psiche. Un riscontro tempestivo fa si che si possa recuperare la persona.

Compromissioni emotive e cognitive dell’anoressia nervosa

La funzione cognitiva nelle persone anoressiche diventa sempre più con scarsa flessibilità e la memoria diventa sempre meno visiva, dimostrano poca empatia e trovano difficoltà a rapportarsi con gli altri e a riconoscere gli stati emotivi delle altre persone che le circondano. Questi problemi si evidenziano più la persona è sotto peso mentre riacquista queste doti mano a mano che recupera peso.

La persona anoressica ha uno scarso controllo del proprio Io, questo porta al digiuno e a non sentire le esigenze del proprio corpo esercitando, secondo la persona un controllo inadeguato. Sappiamo che attraverso il nostro corpo noi ci relazioniamo e per cui le persone affette da anoressia tendono ad autoescludersi dalle attività sociali e dalle relazioni con le altre persone attraverso il controllo sbagliato del corpo ed arrivando quindi ad una eccessiva magrezza che diventa un valore.Nascono poi mano a mano dei deficit nel comportamento arrivando addirittura a tipici comportamenti infantili. Si aggiungono poi anche dei comportamenti a livello emotivo e i più comuni sono la vergogna e la colpa. La vergogna nasce principalmente dall’Io, mentre la colpa viene attribuita al comportamento specifico attuato in quello momento preciso.

Da una ricerca specifica sulle varie tipologie di vergogna è emersa una classifica. L’emozione è vissuta sia come interna e quindi la valutazione negativa che si ha di se e sia è vissuta come esterna e cioè quello che possono pensare sempre in modo negativo gli altri.

La classifica è:

  • vergogna delle emozioni es. tristezza, rabbia etc…
  • del fallimento
  • del proprio corpo
  • degli abusi
  • di un disturbo alimentare

 

Le persone in questione sospendono in modo volontario la somministrazione del cibo non per punirsi ma per un controllo rigido del comportamento e non provano nessuna colpa rispetto al comportamento stesso.

Mentre prima abbiamo analizzato che nei pazienti soggetti all’anoressia hanno scarsi sentimenti di stima, di contro in loro sorge un alto tasso di orgoglio, per loro orgoglio significa far fronte a tutto quello che è ferreo comportamento come la dieta, l’attività fisica eccessiva etc…

Trattamento dell’anoressia nervosa

Per trattare meglio il problema si è usa anche la psicoterapia e di seguito andremo ad elencare alcuni punti che esamineremo man mano:

Primo punto: la soddisfazione dei bisogni di base:

Essa viene definita dall’ambiente sociale come se fosse il nutrimento necessario per crescere, per diventare integri e per avere un benessere nel futuro. La relazione che si crea tra soddisfazione e benessere è appurata ampiamente. La soddisfazione dei bisogni serve ad avere un approccio migliore nella cura dell’anoressia. Il paziente migliora quando si rende conto che:

  • il terapeuta si prende cura di lui e riesce a far accettare al paziente la cura che in quel momento si sta attuando.

Secondo punto: aspettative e alleanza terapeutica:

E’ molto importante in quanto il terapeuta costruendo un buon rapporto con il paziente fa si che si incominci a migliorare il comportamento della persona in analisi, partendo dal recupero del peso e in seguito della necessità a soddisfare le richieste psicologiche del paziente.

Terzo punto: evitamento esperienziale e flessibilità psicologica

Il paziente in questo punto deve riuscire a recuperare le varie esperienze che gli propone la vita quotidiana partendo dalle emozioni, dai pensieri, dai ricordi e dalle sensazioni corporee. A volte può essere complicato perché la rigidità di queste persone è talmente radicata che smuoverle risulta faticoso. Più la persona in analisi recupera il proprio benessere più si riuscirà a portare a termine questo punto molto delicato.

Quarto punto: motivazioni e cognizioni disfunzionali:

La motivazione interna è alla base del cambiamento nella persona che soffre di anoressia. Più è motivata a cambiare e più si riuscirà ad abbandonare le convinzioni e le motivazioni che l’hanno portata a cadere in questa malattia.

Quinto punto: approccio positivo associato agli stati d’umore

Un approccio positivo facilita naturalmente il progresso nella cura della malattia portando benessere maggiore. In questo stadio gioca un punto importante l’ansia, più la si ha e meno si riuscirà a recuperare il peso perduto.

L’importanza della famiglia all’interno del trattamento dell’anoressia nervosa

La famiglia gioca un ruolo molto importante. Analizzando le due terapie, quella focalizzata sullo stile alimentare e quella sulla risoluzione dei problemi familiari mostrano che le persone che hanno intrapreso la prima ipotesi di cura reagiscono meglio e recuperano più peso delle seconde anche se tutte due le terapie mostrano risoluzioni positive.

L’anoressia va scoperta in tempo in modo tale da poter recuperare le persone che ne soffrono perché più tardi scopre e più i pazienti possono non riuscire ad uscirne in tempo causando purtroppo morti precoci.

La famiglia dei pazienti anoressici come cornice e sfondo evolutivo

La famiglia è quindi il primo territorio dove si può manifestare l’anoressia, in famiglia si crea il proprio Sé e tutti i comportamenti che si attuano in famiglia possono dare sfogo alla malattia.

Le figlie in una famiglia dove il modello è una madre iperprotettiva che mira più all’ordine e all’efficienza che al resto potrà creare nella figlia un modello da imitare da far apprezzare agli occhi del genitore maschile.

Nella terapia quindi dovrà venire coinvolta anche la famiglia anche se il processo potrà risultare più tortuoso ma porterà certamente più risultati che agire solo sul paziente anoressico.

 

 

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