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Alcolismo

L’alcol, pur facendo parte delle sostanze legali, è a tutti gli effetti da considerarsi una
droga. Si tratta, infatti, di una sostanza psicotropa, in grado cioè di agire sul nostro
cervello, modificandone il funzionamento alterando percezioni, stati d’animo e capacità
cognitive. Può indurre assuefazione e dipendenza, causare gravi traumi ed incidenti, varie
patologie, tra cui turbe mentali e del comportamento.
Secondo i dati diffusi dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), in Europa si ha il
più elevato consumo di bevande alcoliche di tutto il mondo, tanto che i consumi pro-capite
ammontano al doppio rispetto alla media del resto del mondo.
Il termine “alcolismo“, tuttora privo di una definizione universalmente accettata, si presta a
diverse interpretazioni in base al contesto nel quale viene utilizzato. Se in ambito sociale si
è soliti considerare alcolista chiunque beva in maniera eccessiva, racchiudendo nel
termine una nota dispregiativa, in ambito clinico i concetti di abuso e di dipendenza da
alcol sono gli elementi cardine della sindrome da dipendenza alcolica, termine senz’altro
più “delicato” e scientificamente corretto.
Aldilà delle comprensibili difficoltà nel trovare una definizione univoca, riconoscere i
sintomi dell’alcolismo è molto importante tanto per il personale sanitario, quanto per il
soggetto e i suoi familiari. Riconoscere sul nascere i sintomi dell’alcolismo può infatti
contribuire ad affrontare il problema nella giusta direzione, preservando la propria salute e
quella delle persone a noi care.
In una fase precoce, più che i segni ed i sintomi clinici dell’alcolismo, vanno ricercate le
spie del problema, come la perdita della capacità di comunicazione nei rapporti
interpersonali, la perdita di interessi verso hobby e passioni, i frequenti eccessi di ira, i
ritardi e le assenze sul lavoro, la guida pericolosa, l’amplificazione dei conflitti familiari, la
difficoltà a “staccarsi dalla bottiglia”, il forte bisogno o la ricerca compulsiva dell’alcol e
l’isolamento sociale. Altri sintomi d’esordio dell’alcolismo includono gastrite, dolore
addominale, vomito mattutino ed aumento di volume del fegato. In generale, comunque i
prodromi dell’alcolismo sono caratterizzati da sintomi soggettivi, come la percezione che
qualcosa non va nel rapporto con l’alcol e la consapevolezza o il timore delle conseguenze
negative (familiari e sociali) alcol-correlate. Quando i sintomi dell’alcolismo diventano
obiettivi, quindi identificabili dal medico in maniera univoca, si è già passati nella fase
diagnostica delle complicanze (fisiche, psichiche e relazionali).
Oltre alla ricerca dei segni e dei sintomi specifici della malattia, la diagnosi di alcolismo
può avvalersi di analisi di laboratorio, come:

  •  il dosaggio dell’alcolemia
  • il dosaggio delle GGT (Gamma-Glutamil-Transpeptidasi, generalmente aumentate negli alcolisti, spia di sofferenza epatica)
  • la misura del volume Globulare medio (spesso aumentato negli alcolisti).
  • Un altro marker con buona sensibilità e specificità è la transferrina priva di carboidrati (CDT), i cui livelli sierici tendono ad aumentare in presenza di alcolismo.

  
I comportamenti a rischio
Anche in Italia si stanno diffondendo fenomeni che fino a qualche tempo fa interessavano
soprattutto i paesi del Nord Europa relativi al consumo di alcolici fuori pasto e quello del
cosiddetto “binge drinking”.
Il “binge drinking” è un tipo di comportamento che corrisponde al consumo di eccessive
quantità di alcolici (7-8 unità di bevande alcoliche, anche di diverso tipo) in brevi periodi di
tempo (una o due ore).
Preoccupante è in Italia la diffusione del consumo di alcolici nelle fasce più giovani della
popolazione.
Nel complesso, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol (consumo giornaliero non
moderato, “binge drinking” e consumo di alcol da parte dei ragazzi di 11-15 anni),
appaiono essere più frequenti del passato.
 
L’alcol non è un alimento
L’alcol etilico (etanolo) è una sostanza totalmente estranea all’organismo umano e svolge
un’azione tossica a livello cellulare. Erroneamente si ritiene che l’alcol sia da considerarsi
un alimento. Le bevande alcoliche non possono essere annoverate fra gli alimenti, a
causa della quasi totale assenza nella loro composizione di vitamine, sali minerali,
proteine e zuccheri.
L’alcol quindi non è utile all’organismo umano in quanto non è una sostanza nutriente, al
contrario, può provocare danni a carico di molti organi, in modo particolare al fegato e al
sistema nervoso. Infatti, nonostante l’alcol possegga un elevato valore calorico (7 Kcal per
grammo), l’energia da esso prodotta è utilizzabile dall’organismo solo per il metabolismo
basale e non per le funzioni muscolari. È anche per questo che consumando bevande
alcoliche si tende ad ingrassare.
 
Gli effetti dell’alcolismo
L’alcol agisce direttamente a livello del Sistema Nervoso Centrale interferendo con vari
complessi recettoriali e provocando alterazioni neuroendocrine.
L’alcol inizialmente provoca euforia e perdita dei freni inibitori. Quantità
progressivamente crescenti portano ad una riduzione della visione laterale (visione a

tunnel), alla perdita di equilibrio, a difficoltà motorie, nausea e confusione. Quantità
eccessive di alcol possono portare fino al coma e alla morte.
L’effetto dell’alcol, sia dal punto di vista clinico che comportamentale, è definibile come
bifasico: in un primo momento, e a basse dosi, porta a risposte euforizzanti, disinibenti,
attivanti ed energizzanti; in un secondo momento, ed in presenza di dosi più elevate, si
manifesta l’azione puramente deprimente svolta dalla sostanza. In questa fase
predominano gli effetti ansiolitici, sedativi e d’inibizione. L’alcol provoca anche il rilascio di
dopamina e la secrezione di peptidi oppioidi, tali sostanze sembrerebbero responsabili
dell’azione gratificante svolta dall’etanolo e della sua capacità di indurre dipendenza.
 
La cura dell’alcolismo
L’elevato rischio di incorrere in seri rischi e patologie rende necessario istituire strumenti di
prevenzione e di terapia tempestiva. L’abuso di bevande alcoliche e la dipendenza da
alcol sono due condizioni patologiche che vanno attentamente valutate. Oggi esistono
trattamenti efficaci che, se ben condotti, possono aiutare concretamente i soggetti e le loro
famiglie, occorre dunque, in questi casi, rivolgersi quanto prima possibile agli specialisti e
affidarsi alle loro cure.

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