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La Psicoterapia previene le recidive cardiovascolari

pazienti sottoposti a terapia cognitivo-comportamentale dopo un evento coronaropatico mostrano una riduzione del rischio a un anno di recidive cardiovascolari e reinfarto. È quanto emerge da una ricerca condotta da Mats Gulliksson e colleghi dell’Ospedale universitario di Uppsala (Svezia), ideatori di un approccio considerato efficace in prevenzione secondaria per i pazienti con malattia coronarica. Era noto che i fattori psicosociali fossero associati a un aumento del rischio cardiovascolare, ma è la prima volta che si rileva un effetto benefico determinato da interventi su tali fattori. Il team scandinavo ha coinvolto 362 soggetti di entrambi i sessi, di età non superiore a 75 anni, dimessi dall’ospedale per un evento coronarico entro i 12 mesi precedenti.

I pazienti sono stati assegnati in modo randomizzato alle sole cure tradizionali (n=170) oppure arricchite da un programma cognitivo-comportamentale (n=192) focalizzato sulla gestione dello stress, con 20 sessioni da due ore nell’arco di un anno. La partecipazione mediana a ogni sessione si è attestata sull’85%. A un follow-up di 94 mesi, il gruppo sottoposto a terapia cognitivo-comportamentale ha evidenziato un tasso inferiore del 41% di nuove recidive cardiovascolari fatali e non fatali, una quota minore del 45% di reinfarti del miocardio e una mortalità per tutte le cause ridotta del 28% (valore non statisticamente significativo), rispetto al gruppo di confronto dopo aggiustamento per altre variabili con effetti sugli outcome. In paticolare, nel gruppo cognitivo-comportamentale si è riscontrata una forte relazione dose-risposta tra partecipazione alle sessioni ed esiti.

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